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Per favorire il ripopolamento di Lucera, dopo la cacciata dei Saraceni che Federico II aveva fatto stabilire in città, Carlo II d’Angiò tra il 1302 e il 1306 assegnava a ciascun capofamiglia "una casa ed un campo ad uso di orto e vigna d’ogni peso immune" e complessivamente 2.000 salme di terra per la coltura dei cereali.

La concessione era gratuita, con il solo obbligo di risiedere in città per almeno un decennio.
Nel 1337 Roberto d’Angiò revocava alla Curia le terre usurpate dai prelati e dai nobili, stabiliva una quota massima per le concessioni e le sottoponeva al pagamento del censo annuo o Terraggio.
Le terre demaniali assegnate ai cittadini di Lucera da Carlo II d’Angiò e da Roberto d’Angiò conserveranno per cinque secoli - fino all’abolizione decretata nel decennio francese - la dimensione giuridica di Terraggio, senza che cessino le usurpazioni sia in età angioina che aragonese, all’interno di un sistema di ripartizione graduato in base allo status sociale. Esterno alla giurisdizione doganale, ma attraversate dai tratturi, il Terraggio, con Carlo V è assoggetto alla giurisdizione del Consiglio Collaterale. Alla magistratura napoletana, che opererà tra Cinquecento e Settecento, era riservato il controllo delle verifiche e delle ridistribuzioni parziali gestite a livello locale.

La Biblioteca comunale e l’Archivio di Stato di Lucera conservano due edizioni della cartografia del Terraggio lucerino, la prima seicentesca, a cura del regio compassatore Antonio Michele, la seconda di Saverio Giordano Metrascia, datata 1766.
Nell’edizione seicentesca del Terraggio Michele, le piante sono acquerellate e orientate, con il riferimento alla scala. Nel disegno del territorio si riconoscono i confini delle proprietà; le strade e i tracciati dei tratturi; i fiumi, i torrenti e le aree paludose; il pascolo e le aree coltivate a seminativo e vigneto; gli edifici rurali.

Il Terraggio del Metrascia contiene l’elenco degli assegnatari delle terre, redatto nel 1722 e noto come graduatoria Faletti.
Le piante sono 108 sui 109 quadri ritagliati nel territorio lucerino. Il lavoro viene commissionato per verificare la reale consistenza delle concessioni: "fare un Librone, nel quale […] distinguere tutti i Terraggi […] assegnati a diversi cittadini di ogni ceto […], dello stesso e maniera che […] le Piante nel Libro di Antonio di Michele".
Le piante, disegnate con inchiostro nero, non hanno la scala di raffronto e l’orientamento. L’assenza della scala in una edizione settecentesca si giustifica soltanto per il fatto che si tratta della copia del Terraggio Michele.

Per consultare interamente i documenti dei terraggi sulla Teca Digitale, seleziona i titoli evidenziati: Terraggio Michele; Terraggio Metrascia.

Terraggio Michele
Terraggio Metrascia