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Piante topografiche e verifiche de' terreni del Tavoliere esistenti ne' reali siti accompagnato da un progetto di revisione di canoni proposto dal commissario civile del re per gli affari del Tavoliere - 1829-30 - Archivio di Stato di Foggia

La conoscenza delle unità di misura di superficie utilizzate da agrimensori, tavolari, compassatori, ingegneri e architetti chiamati da una pluralità di soggetti pubblici e privati a disegnare le carte o a redigere i progetti è questione centrale nella lettura dei documenti cartografici.


Nell’800 la pubblicazione delle leggi di riforma del sistema delle unità di misura agrarie - il Codice Metrico Siculo in Sicilia (legge 31 dicembre 1809, in vigore dal 1° gennaio 1811) e la legge del 6 aprile 1840 per le province continentali del Regno delle Due Sicilie - creava una legittima preoccupazione: il rischio di perdere memoria delle antiche misure agrarie comunali e di non poter più leggere le carte d’archivio. Pertanto, tra il 1841 e il 1843 venne chiesto ai comuni del regno di mantenere viva la memoria, elencando le misure agrarie consuetudinarie e di ufficializzarle con delibera decurionale.

Per l’età moderna, in Puglia, le misure di superficie variano a seconda dei contesti territoriali e della qualità delle colture. Per la misura delle grandi superfici, nelle terre soggette alla Dogana si adopera il carro, diviso in venti versure. La versura (circa 1,23 ettari), a sua volta, equivale a 36 catene, una catena a 10 passi, un passo a 7 palmi.

Per i terreni coltivati a seminativo si usa, spesso, il tomolo. Il tomolo, che è anche la principale unità di misura degli aridi, si divide in otto stoppelli. Gli altri sottomultipli, come il mezzetto (1/2 tomolo), il quarto (1/4 di tomolo) e la misura (1/24 di tomolo), vengono usati prevalentemente come misure locali. La misura del tomolo – un tomolo di grano da seme per tomolo di terra – non è uguale in tutti i comuni pugliesi, in quanto varia sia in relazione alla misura locale del passo, sia in relazione al numero dei passi quadrati che lo compongono.

La vigna o vignale, divisa in ordini o quartieri o pedali, l’aratro, l’opera e il quartiere divisi in ordini, l’ordine diviso in viti o passi o finestre, la rasola divisa in viti sono le principali unità di misura delle colture specializzate come il vigneto, l’oliveto e il mandorleto, gli orti e i giardini.

Se la misura dell’aratro è legata al tempo di lavoro nei campi, la vigna indica l’estensione media del vigneto a partire dalle tecniche di impianto e non è soggetta a misurazione, ma si calcola in base al numero di viti.

Sono dunque tradizionalmente la semina, il tempo di lavoro e le tecniche di produzione che dettano la misura della terra in età moderna, quasi a sottolineare la continuità tra le azioni dell’uomo – che tradizionalmente iniziano con l’aratura – e i suoi frutti.